
Apprendo solo oggi, ahimè in ritardo, una notizia che sconvolge l'animo e scuote la coscienza con ferocia: in una galleria d'arte in Costa Rica un tale "Guillermo Habacuc Vargas" ha esposto un cagnetto randagio, legato ad una catena, con una ciotola di cibo appena fuori della sua portata, mentre MORIVA agonizzando per la fame e la sete, sotto gli occhi degli avventori interessati. Questo capolavoro di demenza è stato spacciato per opera d'arte, ed oggi Habacuc è gettonatissimo nel suo paese, tanto che potrebbe essere candidato a rappresentarlo alla prestigiosa Biennale Centroamericana Honduras 2008. Tutto il mondo, appresa la notizia, si è legittimamente domandato dove stia l'arte in questa manifestazione di delirio autorizzato. Ce lo chiediamo anche noi, e se lo domandano tutti gli italiani, che questa volta stanno davvero vivendo un risveglio di coscienza e umanità: in massa stanno infatti aderendo alla petizione on - line promossa dal Commissario Frattini (Vicepresidente Commissione Europea), che ha come scopo quello di "sprangare tutte le porte d'Europa" alle esibizioni del sedicente artista, ostracizzandolo, se non altro, dal nostro continente. Su un quotidiano di oggi il fatto è definito "arte omicida", ma siamo fermissimi nella convinzione che il termine sia inadeguato: laddove si minaccia e si manipola la vita di una creatura, non può esservi arte, nemmeno "provocatoria" (come invece la stampa la definisce). Habacuc dovrà restare, dunque, fuori dall'Europa, ma anche, io mi auguro, fuori dalla biennale centroamericana, obiettivo principe del sedicente "artista". E questa sarebbe ancora una sanzione davvero troppo lieve per un individuo che di "umano" non conserva più nulla, figuriamoci la sensibilità artistica. Sarebbe forse più appropriato parlare, mi si consenta l'espressione, di demenza totale, di meschina e disgustosa violenza. E, per cortesia, non spacciamo questa bassezza per arte.
Laura Ghirardini