giovedì 31 gennaio 2008

In qusto Paese parlano tutti, meno chi dovrebbe avere voce.

In questi giorni, forse perchè si considera iniziata la campagna elettorale, ne sentiamo davvero di tutti i colori. Associazioni, sindacati, giornali, commissari europei, stampa straniera....parlano proprio tutti. Il Commissario Europeo Almunia fa il tifo per la premiata ditta Prodi, Padoa & C., l'Economist ricomincia a massacrare Berlusconi (come se non bastassero i nostri faziosissimi giornali, vedi il Corriere della Sera, che dopo aver fatto vera e propria campagna elettorale a Prodi ne è divenuto il più grande detrattore), Confindustria fa più comunicati stampa che la stessa ANSA, l'Associazione delle Piccole e medie imprese "tributa" (è testuale eh) ovazioni a Veltroni, Bonanni, il Capo della CISL, ormai ha fissato la residenza nello studio di Ballarò...e sono tutte persone che non hanno avuto alcun mandato elettorale. Per carità, con questo non vogliamo criticare il merito di ciò che dicono, bensì il metodo adottato e l'oportunità: non va dimenticato che non hanno ricevuto mandato elettorale e che coloro che essi stessi criticano aspramente sono usciti da un risultato elettorale. E poi, la cosa davvero assurda, è che tutti parlano, eccetto gli unici legittimati a farlo, coloro che soli possono determinare la politica italiana, unici depositari della sovranità popolare, ossia i cittadini! Quelli no, quelli bisogna evitarle che votino ora perchè "sarebbe un danno per il paese". Danno? Ma siamo impazziti? Come si fa a considerare un danno delle libere elezioni? E considerare non dannoso un governo senza legittimazione popolare (perchè non si può dire che il nascituro Governo Marini abbia legittimazione)? Siamo andati alle urne nel 2006, legittimamente è uscita una maggioranza che ha formata un governo, ad un tratto non è stata più maggioranza, il governo è caduto, non ci sono possibilità di formare altre maggioranze... l'unica cosa da fare è tornare alle urne. Questo dice la Costituzione, o no? Non mi pare che consenta di formare un governo per fare una sola legge, governo di scopo, lo chiamano... E la Costituzione va rispettata, da tutti, Napolitano compreso. Oppure, magari, per questi signori, la Carta Costituzionale è buona solo per fare retoriche cerimonie e partigiane declamazioni???

martedì 29 gennaio 2008

DITELO ALLA TURCO!


Riportiamo un articolo apparso su Il Giornale on line di oggi.

"Un solo spinello contiene il doppio dei carcinogeni presenti in una sigaretta e chi lo fuma ha un rischio di sviluppare cancro ai polmoni pari a quello causato da 20 sigarette. È quanto dimostrerebbe uno studio su 79 pazienti oncologici, che in passato avevano consumato cannabis abitualmente, condotto da Richard Beasley del Medical Research Institute della Nuova Zelanda presso Wellington e pubblicato sulla rivista European Respiratory Journal.
L'impatto della cannabis sui polmoni "L’uso di cannabis potrebbe essere responsabile in Nuova Zelanda di qualcosa come un cancro ai polmoni ogni venti", ha dichiarato l’esperto. In un precedente studio, pubblicato lo scorso luglio sulla rivista Thorax, Beasley aveva evidenziato come un solo spinello danneggia i polmoni alla stregua di 3-5 sigarette fumate in un sol colpo, compromettendo la funzione respiratoria e dando disturbi quali tosse, produzione di muco, sibilo, respiro affannoso. L’impatto maggiore della cannabis rispetto al tabacco, spiega Beaslay, è dovuto in larga misura al modo in cui vengono fumati gli spinelli: senza filtro e fino alla fine, ad una temperatura più alta delle sigarette, inoltre vengono aspirati più profondamente e più a lungo. Ciò determina, sostiene l’esperto, il depositarsi nelle vie respiratorie di un maggior quantitativo di composti carcinogeni, senza contare che chi fuma spinelli ha nel sangue livelli di monossido di carbonio cinque volte maggiori rispetto a quelli di chi fuma sigarette.
Lo studio: uno spinello al giorno Nel suo studio su 79 pazienti con cancro ai polmoni, il ricercatore ha riscontrato che fumare uno spinello al giorno per dieci anni, o due al giorno per cinque anni, aumenta il rischio di cancro di ben 5,7 volte. Anche se lo studio è svolto su un numero limitato di individui, secondo Beaseley c’è da aspettarsi un’ulteriore diffusione del cancro ai polmoni proprio dovuta alla cannabis".

Comunicato stampa del 28.01.08


Riportiamo il testo del comunicato stampa diramato dal Circolo della Libertà Terracina "Eleuterìa" nella giornata di ieri, pubblicato dalla stampa locale in data odierna.

"Apprendiamo dagli organi di stampa che, in data 27 gennaio u.s., si sarebbe svolta, presso l’Aula Magna del Liceo Leonardo da Vinci di Terracina, l’assemblea costituente del circolo cittadino del Partito Democratico. E ancora una volta l’Istituto scolastico terracinese è teatro di una manifestazione politico – partitica, come lo era già stato in occasione della chiusura della campagna elettorale per le primarie del PD e, prima ancora, per la presentazione del progetto di formazione del partito da parte degli organi dei DS e Margherita. Poiché, poi, la forza politica che utilizza la scuola per le proprie iniziative è sempre la medesima, viene da chiedersi se la funzione del nostro liceo sia sempre la stessa, o se pian piano stia trasformandosi in una sorta di casa del popolo! L’utilizzo delle scuole pubbliche per incontri di partito non è una faccenda da poco, poiché investe direttamente questioni di libertà, uguaglianza ed indipendenza, elementi che devono sempre caratterizzare l’istituzione Scuola e sull’affermazione dei quali il nostro Circolo non intende transigere. Ecco perché nei prossimi giorni provvederemo ad inviare una nota al Ministero della Pubblica Istruzione e ai suoi organi periferici, al fine di appurare se l’autonomia degli istituti scolastici pubblici contempli anche la facoltà di ospitare incontri di partito.
Il Presidente
Marco Marigliani"

Ci eravamo tanto illusi...

Niente da fare. Quella che sembrava la fine della crisi in Giunta a Terracina si è rivelata solo l'inizio. La decisione del Sindaco Nardi di nominare alcuni assessori, lasciando ai parititi la responsabilità di sceglierne altri 4, mettendoli nella condizione di dover "escludere" al loro interno (o meglio, "scannarsi" tra loro), ha dato vita ad una situazione del "tutti contro tutti", con i partiti della maggioranza che mostrano una netta incapacità a risollevare la politica terracinese dall'impasse in cui è caduta. Ed è paradossale come il Sindaco, che avrebbe poteri decisinali come nessuna altra carica istituzionale in Italia, non riesca (o non intenda) porre rimedio alla grave crisi. Basterebbe (e così dovrebbe essere) farsi guidare dal risultato elettorale del 2006, che non può comunque essere ignorato. Ma intanto Terracina, che già non brilla per buona amministrazione, continua ad aspettare. E' veramente assurdo!

sabato 26 gennaio 2008

Ecco i nuovi assessori


All'esito di una crisi duranta anche troppo, il Sindaco Nardi ha appena comunicato i nominativi di coloro che concorreranno a formare la nuova Giunta del Comune di Terracina:
1- Giuliano Masci con delega alle risorse finanziarie
2- Pietro Serra, con delega al turismo
3- Franco Ferrari, con delega ai lavori pubblici
4- Massimilano Di Girolamo, con delega allo sviluppo economico e produttivo
5- Giovanni Masci, con delega all'urbanistica e assetto del territorio
6- Gianni D'Amico, con delega all'agricoltura
Il Sindaco ha tenuto a precisare che quelli nominati sono i sei componenti che ha inteso scegliere personalmente, mentre i restanti quattro verranno indicati dalle forze politiche della maggioranza.
Bhe, finalmente si è iniziato a colmare un vuoto governativo che la Città non poteva permettersi, e l'auspicio è che i nuovi assessori abbiano la capacità di affrontare i problemi della città, mettendo sempre gli interessi collettivi dinanzi a quelli corporativi.
Non diciamo nulla sulle nomine, quasi tutte annunciate, riservandoci di valutare in base agli atti che l'Amministrazione saprà prendere. E anche se qualche "ritorno" non ci lascia proprio entusiasti, mandiamo un augurio di buon lavoro e ... speriamo bene!!!
Emilio Marigliani

Eurispes: un Paese in caduta libera!

Dopo aver letto i risultati del rapporti Censis, che fotografava della società italiana come "poltiglia di massa" o "mucillagine sociale", arriva il rapporto EURISPES a darci conto dello stato socio - economico dell'Italia del 2007. E i risultati sono davvero preoccupanti.
I numeri e le statistiche non ci hanno mai fatto impazzire, ma crediamo che stavolta, riportarne alcuni in modo asettico e senza commenti, renda l'idea della situazione. Ne diamo quindi conto di qualche dato, tra quelli che riteniamo più significativi:
- Solo il 38,2% della famiglie italiane riesce ad arrivare alla fine del mese (1 famiglia su tre); il dato è drasticamente in calo rispetto al risultato dell'anno scorso, quando le famiglie che arrivavano al 27 senza problemi erano il 51,9%;
- la povertà dilaga nel Paese ed è sempre più giovane: a rischio povertà il 23% delle famiglie italiane (circa 15 milioni di persone), in un Italia che vive una fase di (testuale) "prezzi alla tedesca e redditi greci";
- è aumentato il giro di affari del credito al consumo, che ha visto un incremento del 17,6% rispetto all'anno passato, mentre i prestiti per fronteggiare i debiti sono saliti del 9,9% nel solo primo semestre del 2007;
- il 74,4% degli italiano ha limitato le uscite serali, il 63% ha rinunciato al cinema in favore della videocassette;
- più di 20 milioni di lavoratori sono sottopagati (si guadagna il 10% in meno dei Francesi, il 20% in meno dei Tedeschi e il 25% in meno degli Inglesi);
- l'economia sommersa ha generato il 35% del PIL, mentre l'economia criminale ne ha creato l'11,3%;
- l'occupazione è in calo (-0,4% rispetto al 2006), mentre il 78,5% degli italiani vede con sfiducia e pessimismo la situazione economica che si prospetta nei prossimi mesi.
Ci fermiamo qui, ai dati econmico - sociali, senza analizzari altri aspetti del Rapporto.
Ebbene, dire che tutto questo è colpa solo del Governo Prodi sarebbe forse troppo ingeneroso e sicuramente falso, ma una cosa dobbiamo comunque evidenziarla. Illustri esponenti della ex maggioranza, in questi giorni, non perdono occasione per evidenziare il risanamento dei conti pubblici operato da Prodi, citando anche le dichiarazioni del Commissario Almunia. Ebbene, indipendentemente dal fatto se sia vero o meno, crediamo che non si possano perseguire risultati del genere affamando la gente, facendo pagare sempre di più a chi già paga le tasse (e continuando ad ignorare gli evasori totali) e basando la politica di un Paese su una pressione fiscale intollerante. Soprattutto, non ci sono esigenze di risanamento che tengano davanti al massacro socio economico di una Nazione. E non si dimentichi poi che la pancia vuota, quando non spinge ad imbracciare i forconi, è sempre cattiva consigliera politica.
Emilio Marigliani

venerdì 25 gennaio 2008

"L'Italia distrutta dal nostro individualismo"


Riportiamo un interessante intervista di Luigi Mascheroni al filosofo Giovanni Reale, apparsa oggi su Il Giornale. Non pensate che sia un ottimo spunto di riflessione?
"L’ultimo libro di Giovanni Reale, scritto e «pensato» insieme a monsignor Angelo Scola, s’intitola Il valore dell’uomo. Un vertiginoso discorso a due voci sulla situazione attuale della società e dell’uomo: il multiculturalismo, l’integralismo religioso, il grande tema della sofferenza, le scelte difficili che si trovano a dover affrontare i giovani, i nuovi problemi di una società in continuo mutamento.Professor Reale, di che male soffre l’Italia?«Del più atroce: l’individualismo portato alle estreme conseguenze. La società, che poi siamo tutti noi, ha perduto il senso del valore dell’uomo come “persona” per trasformarlo in “individuo”. Ci siamo disabituati a rapportarci con gli altri e siamo finiti per rimanere soli con noi stessi. La libertà di cui godiamo oggi, il genere umano non l’ha mai avuta. Ma il prezzo è salatissimo: la dimenticanza di tutti gli “altri” per pensare solo a se stessi. Da qui tutti i nostri mali esistenziali e i nostri problemi quotidiani». Quali sono i più pericolosi?«La scienza che si è fatta scientismo, ossia un idolo che viene adorato e non più discusso. La tecnica che si è trasformata in tecnicismo, pretendendo di ridurre l’uomo a pure regole matematiche. La laicità che si è fatta laicismo e la ragione in iper-razionalismo, i due mostri che hanno impedito a Benedetto XVI di entrare alla Sapienza. E la politica che si è troppo politicizzata in senso machiavellico perdendo quello spessore etico che è l’unico collante che le può dare coerenza e consistenza». Tutti oggi parlano male della politica.«Sa cosa diceva Platone? Che gli uomini politici che governano in un dato momento non sono altro che l’espressione dell’animo dei loro cittadini. Secondo Platone lo Stato è la proiezione dell’anima dell’uomo. Se noi capiamo questo, comprendiamo come il nodo della crisi attuale non sia fuori ma dentro gli italiani».Ce la prendiamo coi politici invece che prendercela prima di tutto con noi stessi...«Jean Paul Sartre, un filosofo che per altre cose può essere biasimato, aveva capito oltre mezzo secolo fa una cosa fondamentale: nella Porta chiusa mette tre personaggi, un uomo e due donne, in un luogo misterioso costretti a fare i conti con la propria colpa, che è quella dell’individualismo e del narcisismo. Quel luogo è l’inferno. Sartre fa una scoperta terribile: che l’inferno sono gli altri. Ecco il punto: l’individualismo portato alle estreme conseguenze, l’essere “single”, è la vera infelicità. Il non andare più d’accordo con la propria moglie, i propri figli, i propri colleghi... E poi ci si stupisce che i politici non vadano d’accordo tra loro?».Da qui nasce anche l’antipolitica, i Celentano e i Grillo che sostituiscono i “saggi” nella guida del popolo...«Sono solo degli sciagurati che sfruttano un sentimento insito nel popolo e ne approfittano. Sono come i sofisti dell’antichità. Non bisogna aizzare la gente, ma aiutarla a recuperare in se stessa la necessità di “fare politica”, e far pressione sui politici perché ritrovino la strada dei valori comuni e non degli interessi personali».Come siamo arrivati a una situazione di sfascio come quella che ci rinfaccia l’Europa, e ci rinfacciamo noi stessi?«A parte il fatto che diffido per natura degli stranieri che da sempre amano l’Italia ma non stimano gli italiani, io credo che il dramma del nostro Paese, un dramma che paghiamo salato, sia di essere passato da una fase di povertà assoluta, come quella che io stesso ho vissuto durante la guerra quando mangiavo il pane fatto con la segatura, a uno stato di benessere che non ha uguali nella storia della civiltà, e questo in un lasso di tempo brevissimo. La traiettoria tra il nulla e il tutto è stata esplosiva e quando si passa dal “troppo poco” al “troppo tanto” succedono cose catastrofiche. Come quelle che vediamo oggi».Si perde il senso dei valori...«Si perde il senso della fatica e del sacrificio, che sono le cose che hanno retto la mia vita e quella della mia generazione. Oggi in molti italiani, giovani e meno giovani, non c’è molta voglia di fare fatica, di fare sacrifici, di “fare lavoro”, nel senso di fare una cosa prima di tutto per se stessa. A volte sento giovani collaboratori appena arrivati in università che chiedono: “Quanto mi danno per questo lavoro?”. Vogliono un lavoro che paga, non uno che appaga».E la colpa di chi è?«Di una certa pedagogia e di una certa politica che hanno insegnato ai giovani tutta una serie di diritti dimenticando il loro contrario, ossia i doveri. Chieda a un ragazzo l’elenco dei suoi diritti... Glieli reciterà a memoria. Mentre non saprà ricordarsi un solo dovere. L’etica del dovere non si sa più che cosa sia. Da qui lo sfascio della scuola, e del Paese».La scuola... Lei la conosce bene: ci insegna da una vita ed è stato uno dei «saggi» chiamati da Luigi Berlinguer per la sua Riforma.«Con Berlinguer mi sono trovato benissimo, e sono convinto abbia fatto anche un buon lavoro. Ma purtroppo la scuola italiana è infetta da due grandi mali. Il primo, di oggi, è costituito da certi pedagogisti e psicologi attenti agli “strumenti multimediali”... ai contenitori ma non ai contenuti, convinti che non sia compito della scuola offrirli ai ragazzi. Il secondo, di ieri, è il lascito dei professori figli del ’68, moltissimi dei quali vuoti di fedi e di valori. L’effetto ultimo è che la stragrande maggioranza dei ragazzi oggi in casa ha palestre, discoteche e ludoteche, ma non delle biblioteche. Hanno dimenticato la cultura della scrittura: il giovane oggi non sa più fruire, cioè “godere”, il libro. E le ricadute sul sociale sono facilmente immaginabili».Come si può uscire da questo impasse?«Riscoprendo i valori. Riscoprendo il senso dell’uomo come persona e in particolare il senso dell’amore “donativo”: non l’amore che pretende ma quello che dà. Che è la vera grandezza dell’uomo. Per evitare di cadere nella grottesca situazione di essere gli uomini più ricchi della storia della civiltà e insieme i più infelici».

giovedì 24 gennaio 2008

Una sola battuta...e poi parliamo di altro.


Ci sia consentita una sola battuta, irriverentemente entusiastica, ripresa da un frammento del poeta Alceo, scritto in occasione della morte di Mirsilo, tiranno di Lesbo (con l'occasione Alceo poteva tornare in patria dopo un lungo esilio)...poi siamo consapevoli che bisognerà dare prova non di sarcasmo ma di ben altre qualità, quindi non diremo più nulla su questa pagina (non proprio dignitosa) della politica italiana:
"ora bisogna ubriacarsi, ora bisogna bere quanto più si può, poichè è morto Mirsilo"

mercoledì 23 gennaio 2008

La spiaggia comunale in gestione ai privati

Il Comune di Terracina sta per mettere fine ad una delle esperienze più interessanti della prima Giunta Nardi: la gestione diretta delle spiagge comunali. Si mette dunque la parola fine ad una delle iniziative dell'Amministrazione Nardi (pochine per la verità) che aveva incontrato notevole favore tra la cittadinanza. Certo, la disorganizzazione e le polemiche nella gestione non sono mancati, così come inspiegabile è la perdita di esercizio risultata in bilancio (i costi sono quasi superiori ai ricavi). L'intuizione però, si dovrà convenire, non è stata niente male, visto che si è regolamentato il caos delle spiagge libere (erano veri e propri immondezzai), si sono creati posti di lavoro (sebbene stagionali), si è fornito un buon servizio alla cittadinanza a prezzi ragionevoli.
Ma nell'ottica perversa delle decisioni amministrative, un qualcosa che funzionava (e ripetiamo, oggigiorno i servizi effiecienti sono merce rara) viene prontamente smantellato. Verrà quindi predisposto un bando di gara per dare in gestione a privati gli arenili comunali. Mha! Non trovate che questa decisione sia poco condivisibile? Ma così è, il dado è tratto. E speriamo allora che la gara sia vera, senza le "infliuenze" (politiche e non) cui troppo spesso assistiamo; e speriamo poi (soprattutto) che i gestori futuri sappiano fornire all'utenza un servizio all'altezza del lungomare di Terracina. Vedremo...

Speriamo bene...


Per fare un regalo all'Italia non basta evocare la caduta del Governo Prodi. La vera sfida è quella di saper creare un'alternativa seria ad un esecutivo che, anziché esprimere una politica di governo, ha pensato (e pensa) solo a vivacchiare, dando di sé un'immagine tutt'altro che dignitosa. E' necessario recuperare la capacità di confronto, così che tutte le forze vitali del Paese possano contribuire a quella che si profila (e deve profilarsi) come una vera e propria "ricostruzione nazionale". Bisogna tornare a cercare il consenso non già "abbaiando" all'avversario, ma proponendo e mettendo in pratica politiche serie, che da una parte confortino i cittadini, e dall'altra ridiano alle Istituzioni la dignità (ormai perduta) che è loro propria. Per fare tutto questo è necessario però che il litigioso e variegato Governo Prodi, simbolo di protervia e ostinazione, cada definitivamente. E come diceva il barista di Ceccano, indimenticabile personaggio di Nino Manfredi, " E fusse ca fusse la vota bbona"!

Comunque sia...buon compleanno, Costituzione!

C'è chi l'ha definita "Costituzione di carta", chi l'ha osannata al pari di uno scritto sacro, chi l'ha bistrattata, insultata, tradita, chi, ancora, la ritiene enfaticamente "cemento di unità nazionale"; alcuni hanno strepitato ad ogni tentativo di modifica, in nome di un miope (e pretestuoso) concetto di immutabilità, molti altri l'hanno strumentalizzata, altri ancora stravolta e politicizzata; i più ne parlano senza conoscerla, altri tacciono e la ignorano completamente; c'è chi ne evidenzia le pecche dimenticando i pregi e chi dimentica le pecche evidenziandone i pregi; ci sono coloro che la considerano morta, altri marxista, alcuni la vorrebbero riformata, altri cambiata, qualcuno addirittura cancellata, altri ancora la renderebbero più viva e moderna, al passo con i tempi e con una realtà sociale molto diversa da quella con cui dovette confrontarsi la Costituente; c'è chi la modificherebbe a mezzo di una nuova Assemblea Costituente, chi con il procedimento dell'art. 138, chi ancora vorrebbe lasciare immutata la prima parte, chi travolgerebbe anche quella. E' questa la Costituzione (e molto di più ancora), dibattito continuo e grandioso compromesso politico nato sulle macerie di uno Stato dissolto e lacerato da dolororse ferite, a tutt'oggi non rimarginate. Ed oggi compie 60 anni.
Auguri dunque alla Carta Costituzionale! Ma auguri che non significano rigetto di qualsivoglia riforma, di ogni tentativo di sua modernizzazione, e, soprattutto, rifiuto di qualsiasi tentativo di renderla effettiva e vivente in relazione alla società italiana di oggi, inevitabilmente diversa da quella di 60 anni fa.
Crediamo quindi che una profonda riforma della Costituzione (e più in generale delle Istituzioni) sia necessaria, urgente ed ineludibile, ma non è certo sufficiente per ridare all'Italia la capacità di tirarsi fuori dal pantano socio - politico e culturale in cui è piombata. Così come, nello sport, non è sufficiente modificare le regole del gioco per ottenere una bella partita, allo stesso modo non basta riformare la Costituzione per ridare all'Italia la Politica che meriterebbe un grande Paese: ci vogliono gli "uomini", nel primo caso valenti giocatori, nel secondo politici di spessore, seri e capaci di far Politica. E, quanto a caratura dei personaggi che affollano il panorama politico di oggi, il quadro è davvero poco incoraggiante.

sabato 12 gennaio 2008

Siamo tutti primati (e qualcuno è ancora sopra l'albero)


Una carissima amica ci ha segnalato un interessantissimo esperimento compiuto sulle scimmie cappuccine, a mezzo del quale si è tentato di comprendere alcuni comportamenti in materia di equità sociale. Si tratta di un esperiemento riportato da Robert Dahl nel suo ultimo libro "Sull'uguaglianza politica" (Laterza). Dahl è professore di Scienza della Politica all'Università di Yale, USA: "ad alcune femmine di scimmia cappuccina fu insegnato a scambiare con lo sperimentatore degli oggetti dal valore simbolico - per esempio sassi di granito - in cambio di acini d'una o fettine di cetriolo. Esperimenti precedenti avevano dimostrato che nel 90% dei casi le femmine preferivano l'uva alle fettine di cetriolo e che in meno del 5% dei casi non avevano restituito il sasso in cambio del cibo. Le scimmie furono allora sistemate in gabbia a coppie, in modo che ciscuna potesse vedere l'altra, e vedere che tipo di cibo ricevesse in premio. Gli sperimentatori osservarono che se ad una scimmia veniva data una fettina di cetriolo in cambio del sassetto, ma questa vedeva che l'altra aveva però ricevuto l'acino d'uva (più gradito!), ecco che la prima spesso regaiva rifiutando di dare i sassi o addirittura di mangiare i cetrioli I ricercatori sono giunti alla seguente conclusione:La gente giudica l'equità in base alla distribuzione dei profitti e alle possibili alternative ad un certo esito. Anche le scimmie cappuccine sembrano misurare la ricompensa in termini relativi, facendo il paragone tra il premio ricevuto e quelli disponibili, le loro prestazioni e quelle degli altri. Esse rispondono negativamente a ricompense in precedenza ritenute accettabili, qualora una compagna riceva un trattamento migliore. Le scimmie, dunque, come gli esseri umani, sono giudate da EMOZIONI sociali. Tali emozioni, note agli economisti come "passioni", guidano le reazioni umane alle prestazioni, ai profitti, alle perdite e agli atteggiamenti degli altri".
E allora, questi risultati non vi fanno pensare a dottrine sociali si stampo comunista? La scimmia X è d'accordo allo scambio sasso - cetriolo, ma se vede la scimmia Y scambiare sasso-uva, denuncia il proprio accordo, protesta e sciopera. E non vi fa pensare alla politica spesso attuata dai sindacati? La cosa assurda (almeno tra gli uomini è così, ne sono certo) è che la scimmia X sarebbe soddisfatta non solo se riuscisse a ricevere l'uva in cambio del sasso, ma anche se alla scimma Y fosse dato il cetriolo invece dell'uva. Come dire, mal comune mezzo gaudio, oppure, parafrasando simpaticoni purtroppo presenti nello scenario politico: "anche i ricchi piangano" (e non già anche i poveri ridano).
Emilio Marigliani

venerdì 4 gennaio 2008

Attenzione a chi sale in cattedra.


L'inefficienza della scuola italiana è ormai sotto gli occhi di tutti, impantanata nella cronica incapacità di formare le nuove generazioni sia da un punto di vista umano che culturale. Ogni volta che ci si imbatte nel problema si tenta di spiegarlo con ragioni di carattere sociale, politico, pedagogico e via dicendo; si tende ad incolpare la società, la famiglia, l'avversario politico, il disagio giovanile, la moda.
Una recente indagine del settimanale Panorama ha invece fornito un altro spunto di riflessione. Il periodico ha selezionato cinque test dal questionario Pisa-Ocse 2006 che ha coinvolto un campione di oltre 400 mila studenti quindicenni di 57 Paesi (i quindicenni italiani sono arrivati tra gli ultimi) e li ha proposti ai professori che avrebbero dovuto mettere i ragazzi in condizione di rispondere ai quesiti. Il risultato è stato sorprendente. Per esempio, alla domanda "perchè la fermentazione fa lievitare la pasta" ha risposto correttamente (scegliendo quella giusta tra le opzioni prospettate) solo il 36% degli intervistati, mentre per altre tre delle cinque domande la percentuale delle risposte esatte è stata inferiore al 40%.
Ora, sondaggi del genere non hanno certo la pretesa di essere fedeli rappresentazioni della realtà, ma se docenti in materie scientifiche, presi a caso, non rispondono correttamente a test sottoposti ai loro alunni (si trattava pure di test a risposta multipla, quindi in forma facilitata) è indice che la preparazione degli insegnanti è un problema che va risolto in maniera prioritaria. Come si potrebbe pretendere, infatti, che insegnanti impreparati formino classi di studenti modello?
Come al solito il Ministro Fioroni dice che il Ministero sta lavorando ad un piano di aggiornamento del corpo docente, mentre il Presidente dell'associzione nazionale dei presidi non si dice sorpreso dell'esito dell'indagine, visto che nella scuola italiana non si entra per concorsi bensì per anzianità e graduatorie. Non c'è quindi alcuna garanzia di preparazione per coloro che andranno ad insegnare.
E tra cotanto "asinume", come si può pretendere che gli studenti conoscano il motivo per il quale si alternano il giorno o la notte, o quale è la capitale della Svezia? Che amarezza!