martedì 26 febbraio 2008

Il titolo proprio non mi viene in mente...ma spero di essere chiaro!


Sono senza parole. Il servizio della raccolta dei rifiuti fa acqua da tutte le parti, e ogni mattina non si sa se i cassonetti verranno svuotati perchè I CAMION DELLA NETTEZZA URBANA NON HANNO OLIO IDRAULICO PER FUNZIONARE. Ma ci rendiamo conto? Ma quanto può costare un fusto di olio... Una sottomarca per esempio... E' mai possibile che una SPA non sia in grado di fare una spesa del genere? E' mai possibile che per un Ente Pubblico non ci sia possibilità di rimediare dell'olio idraulico??? E' mai possibile che una città venga mandata "sottomonnezza" per carenze del genere? Voglio credere che le motivazioni siano altre; voglio convincermi che al "popolo coglione" abbiamo raccontato l'ennesima fandonia, perchè se la situazione è quella che ci raccontano c'è davvero da farsi drizzare i capelli. E comunque, in ogni caso, con situazioni del genere (la "monnezza" è solo la punta dell'iceberg), come facciamo noi a resistere alla tentazione di buttare nel cesso la scheda elettorale? Con una città amministrata in questo modo (e con l'inconcludente opposizione che ci ritroviamo) come si può avere "speranza" che cambi qualcosa? Ma diamine! E' pur vero che in questa città noi mettiamo al mondo dei figli....e a loro non ci vogliamo pensare? Vogliamo farli proprio crescere nella cultura della monnezza, della scarsa legalità, del principio "i premi ai furbetti", del disinteresse verso tutti e verso tutto, del disamore per la propria Terra? Eh no, cari amici, se la scheda elettorale l'avete davvero buttata nel cesso organizzatevi per recuperarla, perchè quella serve e servirà...sempre che i terracinesi smettano di votare agognando le briciole che promette questo o quel politico, ed inizino ad agire per il bene di una città da troppo tempo bistrattata. E soprattutto, si liberino di quell'ignavia propria della mentalità terracinese, cominciando ad impegnarsi con convinzione (e non per sperato tornaconto) nei comitati, nei movimenti e in tutte le forme di libero associazionismo che possono essere l'unica forma di contrasto nei confronti delle baronie partitiche ed illiberali che soffocano il "nostro" sviluppo.
Mi scuso per la veemenza di queste considerazioni, a tratti confuse, ma, avendo scritto di getto, credo che il mio pensiero sia giunto con l'impeto necessario ad una imprescindibile "rinascita delle coscienze".

Emilio Marigliani

sabato 23 febbraio 2008

Largo ai giovani? Macchè...la solita ridicolaggine Italiana!


In questi giorni non si parla d'altro che di candidature. Gli schieramenti politici sembra facciano a gara per assicurarsi i candidati più "giovani", come se giovane fosse sinonimo di "capace". Ma si possono fare candidature sulla base dell'età angrafica? Ed è mai possibile che l'intelligenza delle persone (e la loro validità politica) si valuti sulla base dei dati anagafici? Certo, la vetustà della classe politica è un problema in Italia, ma non perchè chi non ha più 30 anni sia stupido, bensì perchè quelli che sono da 30 anni in Parlamento e si propongono come il nuovo fanno sbellicare dalle risate. A fare demagogia su un problema tanto serio, prò, si finisce per sconfinare nell'eccesso opposto: arruolare i primi che capitano, solo perchè hanno una carta d'identità non ancora ingiallita. Quindi mi chiedo: l'Italia può sopportare politiche fatte in questo modo? Può tollerare la candidatura di subrette, di imitatori, operai scampati a tragedie (senza nulla togliere loro, per carità) o di super raccomandati. E già, perchè non crediate che i "monumenti" di cui ci liberiamo poi stiano al posto loro; in questi giorni c'è la corsa alla raccomandazione, per piazzare i "propri giovani" nei posti migliori delle liste. Se poi si aggiunge questa assurda legge elettorale, sono certo che nel nuovo Parlamento troveremo tanti "giovanotti" che, nel caso in cui vi fossero state elezioni con un sistema serio, non avrebbero preso uno straccio di voto. Cominciamo male signori, cominciamo proprio male!

Emilio Marigliani

martedì 19 febbraio 2008

Ma è monnezza o oro ???


I Consiglieri comunali del Partito Repubblicano apprendono dai giornali che Terracina è sporca. Noi non ne abbiamo bisogno, dal momento che è sotto gli occhi di tutti la pessima situazione della pulizia delle strade e della raccolta dei rifiuti in città. Siamo all'emergenza: ogni giorno in cui vediamo i cassonetti completamente svuotati tiriamo un sospiro di sollievo, perchè significa che gli spazzini non hanno scioperato, i mezzi della Terracina ambiente sono usciti, la discarica di Borgo Montello non ci ha impedito di scaricare a causa delle morosità, ecc. ecc. Ma il giorno dopo? Saranno i terracinesi così fortunati? Oggi, per esempio, la raccolta non c'è stata in tutte le zone della città, dal momento che diversi cassonetti sono rimasti pieni, e, probabilmente, domani saranno contornati da cumuli di immondizia di campana memoria. Della pulizia delle strade nemmeno a parlarne: vie e prati sono ricettacolo di porcheria ... e a nessuno frega nulla! Si parla tanto di vocazione turistica, ma io sfido chiunque a non immaginare i pensieri di quei turisti coraggiosi che, avventurandosi per le vie cittadine, vedono il degrado di molti quartieri, completamente dimenticati. Ma i cittadini lo pagano il servizio, o no? E allora cosa diavolo è che non funziona? Perchè c'è sempre questo stato di precarietà e di emergenza? Perchè non si riesce a far funzionare il sistema di pulizia e di raccolta della monnezza? Anzi no, purtroppo sappiamo cosa non va...e speriamo che sia soltanto per incapacità! Qualcosa, comunque, riescono a farla funzionare i nostri Amministratori: il sistema degli aumenti. Nel 2007 la TARSU è aumentata del 25%, mentre Giovedì scorso è stato approvato un ulteriore aumento del 20%. Allucinante. Vorremmo anche pagarli gli aumenti di questa TARSU, ma non per vivere in mezzo alla porcheria. O no?

domenica 17 febbraio 2008

Consiglio scontato, ma Dante -Pinocchio protesta.


Scontato epilogo del Consiglio comunale di Terracina, convocato in seduta straordinaria Venerdì scorso. Approvazione per il nuovo centro commerciale "Orizzonte", approvazione per il piano degli impianti pubblicitari, cambio di casacca per alcuni consiglieri. Tra tutto questo, professione di amicizia del Sindaco Nardi per il neo assessore alle finanze Masci (neo perchè nuovo....o neo perchè neo?) e strizzatina d'occhio tra il primo cittadino ed il gruppo di Forza Italia (che in virtù dei mutati scenari nazionali, sembra intenzionato a rientrare in giunta). Nota di colore: simpatica protesta di un "comitato cittadino salviamo Terracina", portata avanti da un pinocchietto molto critico nei confronti di alcuni "salti della quaglia".

sabato 16 febbraio 2008

L'UDC corre da solo...e alla fine scomparirà.


Epilogo del tormentone di questi giorni: l'UDC correrà da solo alle prossime elezione e Pier Ferdinando Casini sarà candidato Premier. Tanto di cappello davanti ad una tale dimostrazione di orgoglio, ma crediamo che le prossime consultazioni costituiranno il capolinea per la breve storia della formazione centrista. E già ... Perchè se può essere condivisibile la voglia dell'UDC di non mandare in soffitta simbolo e valori, non si può ignorare che l'accelerazione bipolare in atto nella politica italiana falcidierà le formazioni più recalcitranti verso le aggregazioni (l'UDC ha già perso pezzi consistenti). Continuare a proporre insieme simboli diversi, caldeggiando distinguo, oltre che a rappresentare una ripetizione di errori del passato, equivarrebbe a creare un bipolarismo di facciata, pronto a sfasciarsi alle prime intemperie. E allora non possiamo che prevedere una disfatta per i Casiniani, augurando loro che possano almeno guadagnarsi l'onore delle armi. Quello su cui invece sarebbe bene che riflettesse il "bel Pier" è il tipo di partito che ha allevato in questi anni: un accentramento di potere del tutto scollegato dalla società civile, privo di realtà movimentiste, non più punto di riferimento per i cattolici, dove la politica, anche a livello locale, è sempre stata in mano a pochi signori delle tessere. Costoro, talvolta di insignificante spessore politico, sopravvissuti al naufragio della Balena bianca, hanno di fatto custodito gelosamente le proprie rendite di posizione (nella nostra zona ve ne sono lampanti esempi), impedendo qualsiasi flusso nuovo nel partito o applicando i princìpi del più ferreo nepotismo. Ha criticato il bel Pier "il populismo" di Berlusconi, dimentico però che il popolo, volente o nolente, ha diritto alla partecipazione, elemento, questo, di cui l'UDC si è sempre disinteressata. Nessuna attenzione al popolo dunque, nè considerazione per quegli uomini "liberi e forti" che l'UDC, anzichè ricercare, ha sempre allontanato da sè. Un partito così ingessato non aveva futuro prima e non ha speranze oggi.

Emilio Marigliani

Una causa durata quasi 200 anni...e non è una favola!


Giustizia lumaca? Leggete questa notizia apparsa su Il Giornale...un processo civile che si protrae da quasi 200 anni. L'articolo, di Stefano Zurlo, è un po' lungo, ma se non vi indigna sicuramente vi farà sorridere!!! E meno male che non si è trattato di una causa di qualche poveraccio che reclamava delle somme per dare da mangiare ai propri figli!

"A questo punto il fascicolo, che i giudici si passano da quasi duecento anni, potrebbe essere dichiarato monumento nazionale. È un processo, ma funziona come una giostra che gira intorno ad un quesito: è valido l’atto di vendita stipulato il 15 giugno 1816 davanti al notaio Gioacchino Accardi? Finisce un grado di giudizio, ne comincia un altro e poi un altro ancora. Su e giù per le scale della giustizia. Un comune, quello di San Giovanni Gemini, combatte contro una sfilza di privati, quelli che in quasi due secoli hanno messo le mani sui terreni - demaniali oppure no? - oggetto della disputa più lunga della storia giudiziaria italiana.L’ennesima tappa di questa saga, ambientata in un angolo dell’Agrigentino, si celebra davanti ad una figura che già nel nome sprofonda nelle pagine dei libri di storia: il commissario per la liquidazione degli usi civici, un personaggio che sopravvive - purtroppo - in tutta Italia. È lui, adesso, a dover dare la risposta all’eterno quesito: il notaio Accardi fece tutto a regola d’arte? Il sospetto è che il perito incaricato di valutare quelle terre - circa trecentomila metri quadri divisi in numerosi appezzamenti - le abbia sottovalutate per favorire il compratore, Giuseppe Romeo, chiaramente una testa di legno che agiva per conto dei Mendola, potente famiglia della zona.Il peccato originale è tutto qua: come mai quelle terre furono stimate dall’agrimensore Antonio Barno solo 2030 once? Poco, troppo poco. All’epoca i due comuni interessati - San Giovanni Gemini e Cammarata che poi si è sfilata esausta - approvarono, ma qualche tempo dopo ricevettero un’offerta assai più alta. E aprirono gli occhi. Accardi, Barno e Romeo li avevano fregati.Il processo si impianta su quel dubbio maligno. Il congresso di Vienna è appena finito, la tempesta napoleonica, riassorbita almeno all’apparenza, i Borbone hanno steso un tappeto sulla Rivoluzione. Il primo giudice è Matteo Longo della Gran corte civile, una dizione altisonante e sbuffante che ci apre mondi fantastici. Ma la realtà è più modesta: che fa Longo?

Semplice, ordina una seconda perizia, affidata a Domenico Casaceli. E Casaceli contraddice Barno: il prezzo giusto è 3115 once, ben più delle 2030 indicate dal primo esperto. A questo punto è Romeo a protestare. La Gran corte civile, al cui confronto Salomone era un dilettante, ordina la perizia numero tre: lo specialista di turno è Antonio Miccichè. Ma a questo punto ecco il colpo di scena: la Gran corte civile viene abolita - visto l’andazzo, la sforbiciata non sembra così negativa - e la causa arriva al Consiglio d’Intendenza di Agrigento. La giustizia borbonica, insomma, non fa una gran figura: è un susseguirsi di tornanti che non portano da nessuna parte.Il 22 giugno 1835, come dire 173 anni fa, il Principe di Campofranco, Luogotenente del Regno, perde la pazienza: il processo va per le lunghe, è uno scandalo, deve finire. Dunque, scrive al Procuratore generale della Gran corte dei conti di Palermo una lettera dai toni assai preoccupati: «Resto inteso con approvazione delle misure da lei adottate, onde non reiterarsi gli inconvenienti esposti nei succennati di lei rapporti del sommo ritardo frapposto nel disbrigo della causa suindicata».Domanda scontata: se il ritardo era sommo nel 1835 oggi il compianto Luogotenente con quale aggettivo dovrebbe aprire il fuoco? L’avvocato Salvatore Mangiapane, bandiera storica del Comune di San Giovanni Gemini, la spiega col fatalismo del tecnico: «Quando si parla della demanialità non c’è prescrizione che tenga. E così l’atto di vendita davanti al notaio Accardi è stato esaminato e riesaminato da decine di giudici».Cinque, sei, sette generazioni si sono affacciate alle aule di giustizia: Romeo e i Mendola e poi i Viola, i Guarino, i Caracciolo. La contesa prosegue e si frantuma in tanti microconflitti: una famiglia contro l’altra, il Comune contro questi e quelli, tutti contro tutti. Il filone principale e poi filoni laterali, secondari e via creando in un’esplosione di forme che ricorda il barocco siciliano. La giostra che gira e rigira. I Borbone se ne vanno, scendono i Mille; poi il Fascismo, modernizzatore, introduce il commissario per la liquidazione degli usi civici, una sorta di singolare anfibio, per metà funzionario e per il resto giudice, con un compito disperato: cancellare gli ultimi retaggi del feudalesimo. Appunto quegli usi tramandati nei secoli: fra quelle montagne, la possibilità per la povera gente di mettere il grano ad asciugare nelle terre demaniali e ancora la libertà di scavare grandi buche coniche, le nivere, dove raccogliere la neve da utilizzare d’estate per i gelati.

Risultato, all’italiana: i cascami del feudalesimo non ci sono più, il commissario invece vive. E si ritrova in mano, dopo l’ennesimo tornante, il rompicapo. Nel 1989 finalmente dà ragione al Comune: ma sì, quei terreni sono demaniali, l’atto di vendita è nullo. Del resto l’avvocato Mangiapane è tranchant su un punto fondamentale: «All’epoca non fu pagata nemmeno un’oncia». Nel Duemila la Cassazione conferma. Partita finita? No. Come spiega Mangiapane, ormai trasfigurato in cantastorie, qualcosa non quadra: «Per ragioni a me ignote la sentenza parla di alcune famiglie che si sono installate in quelle terre, ma ne dimentica altre». Nuovo giro, la causa è riapprodata davanti al commissario “anfibio” che dovrebbe liquidare ma non liquida mai l’eredità che gli viene dalla storia. «La sentenza - e il legale s’infervora come se si trattasse di un processo sprint - è attesa a giorni, forse già domani o dopodomani». Incredibile, misurare 24-48 ore in una storia che celebra il suo terzo secolo. Ma poi l’avvocato frena, spegne l’adrenalina e torna a frequentare l’eternità: «Ci potrebbe essere l’appello, poi la Cassazione e poi chissà».Intanto, ciascuno ha fatto quel che ha potuto sul tronco della causa. Gli uni hanno venduto agli altri, alcun cognomi sono stati ingoiati dal tempo, altri sono entrati in scena. Sono sorte delle case, il Comune ha espropriato un’area e ha realizzato un parco. Tutto sulle sabbie mobili di quell’atto notarile. Firmato quando Napoleone era ancora un ricordo vicinissimo e la moneta di scambio non era ancora l’euro e nemmeno la lira, ma l’oncia. Chissà se per i duecento anni, ormai a portata di mano, si faranno dei festeggiamenti".

mercoledì 13 febbraio 2008

Cominicato stampa


Riportiamo comunicato stampa del Circolo pubblicato in data odierna dalla stampa locale

"Tempo di bilanci per il Circolo della Libertà Terracina "Eleuterìa", con risultati davvero lusinghieri. A sei mesi dalla nascita il numero degli associati è cresciuto, arrivando a superare quota 50 iscritti, mentre è aumentato il numero di simpatizzanti che ne seguono le attività, anche grazie al nostro blog (www.circoloeleuteria.blogspot.com) e agli articoli apparsi sulla stampa locale. Il Circolo è riuscito a svolgere in più occasioni la funzione di "tramite" tra i cittadini e le istituzioni, supplendo così al vuoto lasciato dai partiti politici, che non riescono più a stare tra la gente. Per l’immediato futuro stiamo preparando, tra l’altro, proposte di iniziativa popolare da presentare all’Amministrazione, valorizzando gli strumenti di partecipazione previsti dallo Statuto comunale. Abbiamo inoltre organizzato un convegno - dibattito sul disagio giovanile, che si terrà a fine aprile, primo incontro di un ciclo che ne prevedrà dei successivi. Soprattutto nelle occasioni in cui siamo scesi in piazza con i gazebo, abbiamo constatato che la gente, pur avendo voglia di partecipare, non crede più nella politica dei partiti, e per questo si entusiasma al cospetto dell’impegno di giovani che non hanno alle spalle alcuna forza partitica, né alcun politico di riferimento. Il movimento dei Circoli della Libertà è nato proprio per questo, per creare partecipazione, riavvicinando la società civile alla buona politica e alle istituzioni. Spiace soltanto constatare che, anche nel nostro territorio, belle realtà movimentiste quale l’Associazione Circoli della Libertà vengano utilizzate dal politico di turno per compiere i consueti atti di trasformismo, e per ricrearsi una "verginità politica" che, chi è sulla scena da più trent’anni, ha già da un pezzo perduto. Utilizzare i Circoli con evidenti intenti di "riciclaggio politico" equivale a degradare l’intero movimento da realtà viva ad ennesimo partitucolo, ciò che però, almeno il Circolo "Eleuterìa", non consentirà mai.
Il Presidente
Marco Marigliani"

martedì 12 febbraio 2008

I Repubblicani terracinesi alla ricerca dello "scopino".


Ebbene sì, è spettacolare l'intervento dei Consiglieri comunali del Partito Repubblicano Italiano di Terracina, i quali (finalmente) hanno scoperto...la munnezza. E già, perchè si sono proprio resi conto che non solo Terracina è sporca, ma hanno addirittura rilevato che anche Borgo Hermada lo è. E sanno ciò non solo perchè, quotidianamnte, leggono (testuali parole) "sui giornali dello stato di degrado e abbandono in cui versano le strade e le piazze della nostra città" (meno male che non hanno usato l'aggettivo "amata", altrimenti mi sarei commosso), ma anche perchè (sempre testualmente) la "situazione [è] tra l'altro riscontrabile de visu da chiunque, e dovuta sicuramente ad un non ancora eccelso e perfetto sistema di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani da parte del soggetto preposto a tanto". E, dopo aver rilevato che a Borgo Hermada il problema ha toccato limiti di intollerabilità, il gruppo CHIEDE (utilizzano il maiuscolo) pubblicamente al Sindaco, all'Assessore competente e alla Terracina Ambiente di "voler, IMMEDIATAMENTE [il maiuscolo è loro] dislocare, in maniera permanente, a Borgo Hermada, un operatore ecologico addetto alla spazzatura e smaltimento dei rifiuti posti ai margini delle strade e delle piazze". In sostanza chiedono uno spazzino in più. Se il contenuto di questo comunicato non facesse indignare, ci sarebbe da ridere davvero... manco un film di Totò. Il Partito Repubblicano ha determinato, da anni, la politica della città, ed ora i suoi Consiglieri constatano lo stato di degrado in cui quella politica ha gettato la nostra povera Terracina...chiedono, addirittura ed immediatamente, uno spazzino per Borgo Hermada. Davanti a tanta faccia tosta c'è da rimanere basiti. Ma si posso dire cose tanto demagogiche senza nemmeno provare un po' di sana vergogna???

La vera bestia è l'uomo!


Abbiamo scritto, qualche mese fa, di quel demente che ha fatto morire di fame un cane alla catena col pretesto di fare un'opera d'arte. Oggi leggiamo ancora di crudeltà sugli animali, segno che, spesso, non c'è essere che sappia esprimere tanta riprovevole bestialità quanto l'uomo. E' la triste storia di circa 80 mila cavalli, che, destinati al macello, ogni anno percorrono il tragitto tra la Spagna e l'Italia (circa 2000 chilometri) stipati in camion, in spazi angusti, e, se cadono a terra sfiniti, vengono calpestati dagli altri animali che condividono i pochi metri quadrati del pianale. Durante il viaggio, che dura circa 2 giorni, non vengono mai fatti scendere o rifocillati (nonostante la legge lo imponga), viaggiano vivendo nei loro escrementi (da un trasporto così possono derivare anche gravi problemi per l'uomo che mangerà quella carne). Ora, io posso pure capire gli allevatori, visto che di delinquenti senza scrupoli ce ne sono tanti, e sperare che finiscano nella più profonda delle galere. Ma può mai essere che nessun controllo, nemmeno un posto di blocco stradale, abbia mai scoperto un traffico del genere? Può mai essere che c'è voluto un video della Lega Anti Vivisezione per documentare il tutto e fare scoppiare il caso? Veramente incredibile!

martedì 5 febbraio 2008

Abbiamo toccato il fondo...

Riportiamo un articolo apparso su La Provincia a firma Rita Recchia.

"Biblioteca al freddo, continuano le polemiche Terracina (05/02/2008) - Prosegue il gelo all'interno della biblioteca comunale 'Adriano Olivetti' di Terracina dopo che è stato messo il sigillo al contatore del gas per morosità da parte del comune.Riscaldamenti perennemente spenti, dunque, e stanze sempre più vuote visto che studenti e semplici appassionati di lettura stanno disertando i locali per evitare di trascorrere le ore al freddo. Un sistema, questo, che di certo non possono adottare anche gli impiegati della biblioteca che si stanno organizzando nei limiti del possibile portando giacche di lana pesante da casa o addirittura stufette elettriche. Addirittura il locale al piano rialzato rimane praticamente chiuso dal momento che quelle stanze sono ancora più umide e, quindi, ancora più fredde di tutte le altre. A 'gelare' maggiormente è il pensiero che il pesante disagio possa durare ancora a lungo alla luce del debito tutt'altro che indifferente accumulato dall'amministrazione comunali nei confronti dell'ente erogatore del gas. Si tratta di una situazione particolarmente avvilente che oramai va avanti da svariate settimane senza che si sia intervenuti in qualche modo per porvi rimedio. Se non fosse per gli impiegati e per qualche sporadico visitatore mordi e fuggi, la biblioteca, solitamente con i tavolini tutti occupati, sarebbe una sorta di deserto della lettura, il che è davvero un peccato dal momento che la biblioteca comunale è, anzi, era quotidianamente frequentata da un corposo numero di persone che vi si recano non soltanto per i testi ma anche per le occasioni culturali che vengono organizzate all'interno, soprattutto la presentazione di libri e cortometraggi a firma di artisti della zona. La pubblica fruizione della cultura gelata dai debiti: a Terracina succede anche questo.Ri.Re."

Capito? Quando si arriva a questo punto non è facile risalire. E credete che da situazioni del genere si possa venirne fuori? Speriamo di sì!

Oggi si sciolgono le camere...


Pare che Napolitano abbia convocato i Presidenti dei due rami del Parlamento per sciogliere le Camere. Era ora! Anche se, non ci stancheremo mai di dirlo, qui comincia il bello. Nel senso che la Casa della Libertà, ove realmente vincesse (facciamo gli scongiuri eh...), dovrà dare prova di saper governare, evitando gli errori (molti....troppi) della passata legislatura e facendo veramente politica, per il futuro, per tutti e non per le "parti"! Non si può vivere di rendita grazie allo sfacelo del Governo Prodi, accusando gli altri di fare disastri e autoassolvendo se stessi. Bisogna archiviare l'esperienza dell'ultima legislatura, fare finta che non sia mai esistita, dando una sterzata; occorre vivere per i meriti propri e non per i demeriti altrui. Sapiamo che sembrano parole le nostre, quelle che dicono tutti, ma sono le uniche da dire e da trasformare in fatti. E' il momento della responsabilità...o no? E allora...forza!

sabato 2 febbraio 2008

Questione del Liceo, questione di libertà

Riportiamo il comunicato stampa del Circolo del 30.01.08, con il quale si replicava ai rilievi della dirigenza scolastica del Liceo "Leonardo Da Vinci" in ordine alla legittmità dell'utilizzo dei locali scolastici da parte del Partito Democratico. A dire del Dirigente scolastico l'utilizzo della scuola è avvenuto in conformtità al protocollo d'intesa stipulato tra il Comune e il Liceo nel 2005, circostanza palesemente falsa.

"In merito alla questione dell’utilizzo dell’Aula Magna del Liceo "Leonardo da Vinci" di Terracina per appuntamenti del Partito Democratico, per la quale v’è stata anche una nota della dirigenza scolastica, pur non volendo indulgere alla facile polemica, teniamo a precisare che il protocollo di intesa stipulato tra il Comune di Terracina e il Liceo in data 14.04.05 prevede, all’art. 3, che il Liceo metterà a disposizione del Comune la c.d. Aula Magna, per l’attuazione di quanto previsto al punto f) del precedente art. 2, ossia (testualmente) "organizzare e promuovere corsi, incontri, riunioni, convegni ed attività consimili aventi ad oggetto interessi di rilevanza pubblica, comunque conferenti nei compiti istituzionali del Comune e/o del Liceo". La costituzione del circolo cittadino di un partito politico, o la chiusura della campagna elettorale per le primarie dello stesso, non sono dunque attività aventi ad oggetto rilevanza pubblica, né tantomeno rientrano nei compiti istituzionali del Comune o del Liceo. Non vi erano intenti strumentali, quindi, nelle critiche che abbiamo mosso verso l’utilizzo dei locali scolastici per scopi politici, anche perché non siamo "strumento" di nessuno. Né è il caso di parlare di "vecchia polemica", dal momento che i nostri rilievi continueranno fino a quando continuerà ad utilizzarsi il Liceo come una sezione di partito. Non ci stancheremo, quindi, di portare all’attenzione dell’opinione pubblica la necessità di tutelare l’indipendenza e la libertà dell’insegnamento, difendendolo dai rischi insiti nella politicizzazione delle istituzioni scolastiche. Al di là di convenzioni, protocolli, richieste o istanze, i partiti politici devono restare fuori dalle scuole.
Il Presidente
Marco Marigliani"