lunedì 30 novembre 2009

La demagogia non da mai frutti...anzi.




"La demagogia è l'arte di trascinare e incantare le masse che, secondo Aristotele porta all'oligarchia o alla tirannide". La definizione non è di certo nostra, ma del Prof. Giovanni Sartori, uno dei maggiori politologi italiani, sempre acuto e chiaro nell'individuare e definire fenomeni socio politici (o pseudo tali). Ci pensavo stamattina, quando riflettevo sul micro mondo politico cittadino e consideravo che il gruppo dell'UDC presentarà questa mattina una mozione in cui si chiede che tutti i consiglieri comunali si sottopongano al narcotest. All'iniziativa è stato dato un ampio risalto, sulla scorta del fatto che bisogna discutere dell'uso di droga nella nostra società e, per poterlo fare, occorre dare prova di condotta specchiata ed illibata. L'iniziativa, secondo noi, potrebbe anche essere condivisibile se non fosse che emana un nausabondo odore di demagogia. Ma vi risulta mai che in Consiglio comunale si siano svolti dibattiti sulle politiche giovanili, sulle cause degli evidenti disagi, sul modo di fronteggiare piaghe sociali quali l'uso di alcool e stufefacenti tra i giovani? C'è mai stata, negli ultimi anni, una forza politica o qualche consigliere che si siano interessati veramente alla questione? Non ci risulta. Anzi, ogni qualvolta c'è stato qualche timido tentativo di sollevare questioni di diagio sociale di tal genere si è messo in moto il meccanismo del "benaltrismo", con dotte "bollature" di esimi politici che rammentavano l'esistenza di "ben altri" problemi. Ora arriva l'UDC che non ci pare sia mai stata impegnata, almeno e livello locale, su queste questioni, ma che, tramite la proposta, stuzzica quei sentimenti di avversione della gente nei confronti dello strapotere dei politici, anche alla luce delle recenti gesta marrazziane. E li cavalca, li sfrutta e, consentiteci, li strumentalizza. Secondo noi, in una realtà locale in cui i problemi irrisolti sono la stragrande maggioranza, con la demagogia non si va da nessuna parte. Serve sollecitare politiche soeciali vere, perseguire il confronto, studiare i fenomeni e tentare soluzioni, senza fare battute per ottenere un po' di visibilità e qualche consenso da coloro che con i politici hanno il dente avvelenato. La politica dei proclami e delle bouatades è politica da bar...


Emilio Marigliani

venerdì 27 novembre 2009

La guerra di Stefano


Nardi: "io la guerra contro la SLIA la vincerò". Ricordate questa frase? E' di qualche anno fa ma ne abbiamo parlato qualche mese fa, ad aprile (il post era del 4 aprile e lo trovate nell'archivio del blog). Ebbene, alla faccenda SLIA si è aggiunto un nuovo tassello, come al solito sfavorevole per il Comune (anzi, per tutti noi contribuenti): la creditrice ha effettuato un bel mega pignoramento milionario. Bel modo di vincere le guerre, Signor Sindaco...davvero un capolavoro! E c'è da immaginare che le millantate contromosse saranno altrettanto fallimentari. Ma perchè queste crociate da armata Brancaleone non le fa con le sue tasche, invece che con le nostre?

Emilio Marigliani

mercoledì 25 novembre 2009

Il tempo passa, cambia poco e i buffi aumentano.


Da più di qualche anno i revisori dei conti del Comune fanno sfoggio di grande agilità linguistica, dosando e soppesando le parole che utilizzano nelle relazioni al bilancio. Sembrano alchimisti, alle prese con le varie gradazioni semantiche dei termini che in lingua italiana indicano il disastro. Cose del tipo, situazione "grave" ma non "drammatica", "preoccupante" ma non "tragico" e così via.... Ogni anno la stessa storia, con i consiglieri di maggioranza e di opposizione a sviscerare il significato dei vari termini usati, gli uni per dismostrare la solidità delle casse comunali, gli altri per evidenziare la prossimità al baratro. E poi c'è l'annosa questione dei residui di bilancio e del contenzioso: andranno considerati come debiti quei svariati miliarducci che i creditori hanno diritto di ottenere dal Comune? E di quì un'altra querelle su cosa i revisori (che sono i controllori eh...si badi, i garanti!) devono o non devono considerare. Via... giù così, a forza di esposti e denunce! Ma un dato resta, in tutta la sua portata di incontrovertibilità. Ogni giorno le notizie sulle mazzate giudiziarie che prende il Comune in favore dei vari creditori si susseguono; ogni giorno abbiamo nuove morosità, tanto che si inizia a navigare a vista (e talvolta a non pagare) anche per stipendi ed emolumenti dei lavoratori. La parola d'ordine degli amminzitratori da contrapporre ad ogni iniziativa è "i soldi non ci stanno". E allora? E' il caso di continuare a filosofeggiare o vogliamo prendere atto che qualsiasi azienda in queste condizioni sarebbe già fallita da un pezzo? Il tempo passa, ma la convinzione si fa sempre più pressante. Qui bisogna fare tabula rasa, ammettere il dissesto finanziario e ricominciare da capo. E' questo che chiediamo con forza a chi, dissennatamente, insiste a compromettere anche il nostro futuro.

Il Circolo

giovedì 5 novembre 2009

Una triste vicenda


Lo scontro tra le Istituzioni, nella nostra Provincia, ha superato ogni limite. Non ci si trova più al cospetto di ordinarie scaramucce politiche, ma di veri e propri scontri (violentissimi) tra i rappresentanti dei c.d. "pezzi dello Stato". Ricordate il clamore dell'irruzione del Senatore Fazzone nell'ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina Cario? E ricordate la guerra scoppiata qualche anno fa tra il Presidente della Provincia Cusani e il Presidente del T.A.R. Bianchi? Questi sono solo alcuni degli episodi più eclatanti che definiscono il gravissimo fenomeno. E ultima (temporalmente, ma non per importanza) la questione Fondi, dove chi rappresenta lo Stato (perchè questo fanno il Prefetto e le Forze dell'Ordine) viene sbugiardato dal Consiglio dei Ministri, aggredito e vilipeso da un Senatore della Repubblica e da un Presidente della Provincia (quest'ultimo ha addirittura parlato di "pezzi deviati dello Stato"). Ora scopriamo pure che il Prefetto, per aver esercitato una sua prerogativa, verrà denunciato dal Senatore Fazzone (ci riesce difficile comprendere per la violazione di quale articolo del Codice Penale). Al Prefetto va tutta la nostra solidarietà oltre che l'incoraggiamento a continuare nella sua attività, ma ogni considerazioni su questa triste storia porta necessariamente alla constatazione di come la politica e la vita istituzionale nel nostro territorio abbiano perso ogni loro funzione ideale, ogni loro positività. La politica, oggi, non è più fucina di idee, non è forza di progresso, ma discarica e terra di veleni.

Emilio Marigliani