sabato 24 novembre 2007

Questo addirittura giurassico.


"NOI RAPPRESENTIAMO IL NUOVO"

1949. Massimo D'Alema nasce a Roma, figlio di Giuseppe, che fu deputato del PCI, e Fabiola Modesti;

1958. Iscritto bimbo ai pionieri di Monteverde Vecchio (associazione comunista di ragazzi e ragazze, fino ai 15 anni), a soli nove anni ne fu scelto rappresentante;

1963. Il quattordicenne Massimo D'Alema si iscrive alla Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI);

1967. Dopo aver conseguito la maturità classica (ed essersi distinto per l'attività politica svolta negli anni del liceo, al Doria di Genova), si trasferisce a Pisa, per frequentare il corso di filosofia alla Normale (anche all'università, il giovane si distingue per la partecipazione alle contestazioni studentesche e si ritira dagli studi poco prima di discutere la tesi) ed entra, insieme a Fabio Mussi, nella dirigenza locale del PCI;

1970. A Pisa entra nel comitato federale del partito, divenendo capogruppo in consiglio comunale. In questi anni conquista l'attenzione dei vertici del partito, anche se la sua linea non manca di destare discussioni e contestazioni: è ritenuto un saputello presuntuoso e si temono le sue relazioni coi movimenti estremisti;

1975. D'Alema viene scelto quale segretario della FGCI;

1980. L'operato della sua segreteria viene considerata troppo "a sinistra"; quindi è mandato in Puglia;

1981. Massimo D'Alema viene nominato segretario regionale del PCI in Puglia;

1983. Massimo D'Alema viene eletto membro della direzione nazionale del PCI;

1987. E' eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati, nel collegio Lecce-Brindisi-Taranto;

1988. Viene chiamato alla direzione de L'Unità, dove manterrà l'incarico fino al 1990;

1990. Dopo la svolta della Bolognina, divenne coordinatore della segreteria del noenato Partito Democratico della Sinistra;

1992. Viene escluso dalla direzione del partito e diviene capogruppo del PCI dalla Camera (essendo stato rieletto in quel ramo del Parlamento);

1994. Dopo diversi anni di incessante attività quale mediatore (primo Governo Amato, Presidenza Scalfaro e Governo Ciampi), viene eletto segretario del PDS, spuntandola sull'altro candidato Walter Veltroni. Nello stesso anno viene eletto nuovamente deputato, anche se le elezioni vengono vinte da Berlusconi;

1996. Riconferma il suo seggio parlamentare;

1997. Viene eletto Presidente della Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali;

1998. A seguito della caduta del Governo Prodi, viene nominato Presidente del Consiglio dei Ministri;

1999. Cade nuovamente il Governo da lui presieduto, ma nasce il D'Alema bis;

2000. Massimo D'Alema si dimette a seguito della sconfitta nelle elezioni regionali, di cui egli s'era annunciato certo vincitore;

2004. Viene eletto al Parlamento europeo (fino al 2006);

2006. Viene eletto, ancora una volta, alla Camera dei Deputati;

2006. Viene nominato Ministro degli Affari Esteri da Romano Prodi;

2007. Viene chiamato in Senato per riferire sulla politica estera del Governo, ma la mozione presentata dalla maggiornaza che sostiene Prodi viene battuta in votazione. Prodi si dimette, ma, ricevuto nuovamente l'incarico di formare un nuovo governo, vi riesce; per cui D'Alema è confermato Ministro degli Esteri;

2007. Viene nominato tra i 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico, che riunisce i leader delle componenti del medesimo PD.

Porca miseria, la storia politica di D'Alema non finiva più. Visto che ha iniziato a fare politica a 9 anni, m'ero ripromesso di scrivere un post sui trascorsi di "Baffetto" durante le ferie di Agosto, ma poi, dovendo scegliere tra i nuovissimi De Mita, Violante, Fassino, Castagnetti eccetera ho detto: vabbè, visto che è sabato mi cimento nell'impresa...
E quindi, dicevamo, ecco un altro esponente del nuovo partito democratico. Se poi calcolate che, al di là degli incarichi, grazie ad un'indubbia capacità politica e di mediazione, D'Alema ha messo lo zampino in moltissimi fatti della politica italiana degli ultimi venti anni, figurarsi la novità dove sta. Vi riporto la frase di un'intervista rilasciata da D'Alema a Repubblica e apparsa il 1 aprile 2006, quando era in vista la vittoria elettorale della sinistra: "Io giro l'Italia e il tema drammatico che vedo emergere è la profonda sofferenza e la grande inquietudine della gente. Il Paese è pervaso da una passione triste. L'unico che si è dipinto un sorriso in faccia è il Cavaliere, ma lui com'è noto vive in un'altra dimensione che non ha niente a che vedere con la realtà". Mi piacerebbe sapere se ancora oggi "Baffetto" gira pe l'Italia e se vede le macerie di un anno e mezzo di governo di sinistra. Chiudo con una domanda: secondo voi, oltre che il politico, D'Alema sa fare qualche altra cosa? Se non fosse stato deputato di profesione, nella vita, cosa avrebbe fatto, secondo voi? Anzi, vado a organizzare un sondaggio sul punto e Voi non scordate di andare a votare!

Emilio Marigliani

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se D'Alema non avesse fatto il deputato di professione, sarebbe stato assunto come progettista nella fabbrica di carte da gioco "Modiano". Il suo incarico serebbe stato quello di cambiare di tanto in tanto il modello delle tre carte, per far sì che il gioco "la carta vince, la carta perde" non apparisse fatto solamente con le solite tre carte.
Anche lì, dopo quarant'anni di onorato servizio, avrebbe rappresentato il nuovo.

Anonimo ha detto...

Ecco il motivo per cui l'On. D'Alema si è preso l'incarico di dirigere il Ministero degli Esteri!!! Per non dover girere ancora per l'Italia con il rischio di vedere che la "profonda sofferenza e la grande inquietudine" vista emergere precedentemente, sono diventate "profondissima sofferenza e grandissima inquietudine". Per non vedere il paese, che precedentemente era pervaso da una passione triste, pervaso da una "passione TRISTISSIMA".