mercoledì 21 novembre 2007

La necessarietà della formazione politica


In questo periodo di grandi stravolgimenti politici, in cui i partiti nascono e si trasformano con una velocità impressionante e la frammentazione partitica aumenta a dismisura, crediamo che non si consideri con la dovuta attenzione quella che è, sicuramente, una necessità per ogni forza politica e per ogni classe dirigente: la formazione.
Non è possibile, infatti, dimenticare l'importanza della formazione politica, dello studio, dei seminari, del trasferimento di esperienza tra chi la politica l'ha fatta e chi si appresta a viverla.
Per quanto l'onestà (e la novità) delle persone costituisca elemento altrettanto imprescindibile per coloro che si affacciano sulla vita pubblica, non è possibile che le nostre istituzioni (sia a livello locale che nazionale) siano spesso infarcite di persone che non hanno la benchè minima preparazione, né giuridica, né politica, né istituzionale. Si badi, qui non si vuole sostenere che ogni consigliere, ogni assessore, ogni deputato, debba essere un costituzionalista, ma solo evidenziare come, molto spesso, si trovino a ricoprire questi ruoli soggetti privi di qualsiasi formazione, che spesso sono stati eletti per colpi di fortuna o per spinte clientelari. Certo, hanno avuto la legittimazione popolare attraverso il voto, ma allora è compito dei pariti e delle formazioni che li presentano nelle liste di prepararli alla vita pubblica, assisterli. I pariti di oggi, però, interessati più (anzi, soltanto) ai numeri che alla qualità delle proposte, preferiscono rincorrere i consensi, con ogni mezzo (lecito o meno), invece che creare una vera classe dirigente, preparate e formata, da proporre agli elettori. Ed è un gran peccato!

Emilio Marigliani


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se sono impopolare, avendo ricevuto più di qualche volta tirate di orecchie dal circolo, continuerò audacemente a divulgare le mie idee. Il fatto caro circolo è che alcuni deputati diventano tali perchè con loro si è fatta una semplice tecnica di marketing. Non è detto che un prodotto a marchio famoso sia intrinsecamente valido. Il messaggio positivo ancorato al marchio, infatti è più forte delle qualità scadenti del prodotto. In tal modo il consumatore, ammaliato e fidelizzato al marchio, considera positivo anche ciò che buono non è. Questo è quello che i partiti al 90% fanno. Spingono persone dal quoziente intellettivo prossimo allo zero e, grazie alla capacità fidelizzatrice del partito politico, drogano l'elettorato inducendolo a votare scatole vuote. La legittimazione popolare in tal modo è falzata e direi anche contro natura poichè non vanno avanti i più "forti"ma semplici teste di legno utili solo per permettere alle retroguardie di perseverare nei loro porci comodi. Geronimo

Anonimo ha detto...

Caro Geronimo, tu DEVI continuare a divulgare le tue idee...il blog e il Circolo ci sono per questo. Per quanto riguarda ciò che dici, la penso esattamente come te, solo che la tua è una eccellente diagnosi, la cosa ardua è indiviuare la cura. E secondo me è la formazione, tentare di proporla e imporla, così che possa arrivarsi da una parte ad una selezione, dall'altra ad unamaggiore qualità. Dibattiamo su questo e chiediamolo a gran voce...
O zappatore (parmense)