giovedì 13 dicembre 2007

Tranquilli un paio di ciufoli !

Ricordate Pieraccioni ne "Il Ciclone"? Quando si schiantava con il motorino nel fienile, si alzava con aria inebetita dicendo "Tranquilli...va tutto bene...non mi sono fatto nulla" e poi stramazzava al suolo privo di sensi? Mi tornava in mente stamattina, mentre riflettevo sulla disastrosa situazione sociale italiana e la mettevo in relazione con i sorrisetti e le rassicurazioni dell'homo ridens che attualmente occupa lo scranno di Palazzo Chigi. Nell'ultimo anno hanno scioperato i medici, gli avvocati, gli anestesisti, gli ergastolani (ebbene sì, il 3 dicembre scorso hanno fatto lo sciopero della fame), i Giudici di Pace, i Magistrati onorari, il Pubblico impiego; i tassisti hanno bloccato la Capitale, lo sciopero del trasporto pubblico ha fermato treni, voli, metropolitane, bus, tram e traghetti, mentre gli autotrasportatori hanno messo in ginocchio una Nazione, facendoci assistere a scene da accaparramento pre - bellico; la gente è strozzata dai mutui, i consumi crollano e da gennaio sono previsti aumenti di gas, luce, acqua, carburante, biglietti ferroviari, tassa sui rifiuti, beni alimentari, servizi assicurativi e bancari; l'Italia ha i salari più bassi d'Europa (fatta eccezione per il Portogallo), ogni anno muoiono circa 1000 lavoratori mentre stanno facendo il loro dovere, gli incidenti stradali fanno più vittime delle guerre; mezzo Paese ha i contratti da rinnovare, si prospetta uno sciopero generale per fine gennaio, la pressione fiscale è ai massimi storici, con la gente che si indebita per pagare le tasse, e la mancanza di sicurezza è sotto gli occhi di tutti; organizzano cortei anche i Poliziotti e i Vigili del Fuoco, stanchi di salari da fame e condizioni di lavoro assurde. E mi fermo qui, ma potremmo continuare fino a domani. Non vedo proprio cosa c'è da stare tranquilli. Credete che ci sia da ridacchiare?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sicuramente c'è da piangere anziché ridere. Io comunque avrei preferito sapere che quella smorfia era dovuta ad una paresi anziché ad una risata.