giovedì 6 dicembre 2007

Montezemolo e le espulsioni per gli imprenditori che cedono alle estorsioni.

Ha avuto un grande apprezzamento l'impegno del Presidente di Confindustria Montezemolo di espellere dall'associazione gli imprenditori che si rassegnano a pagare il pizzo. Il mondo politico, quello industriale e gli immancabili media hanno infatti applaudito a dichiarazioni in tal senso, ma io credo che una domanda sia lecita: è giusto giudicare ed espellere un poveraccio che ha investito tutto (energie, soldi e anima) nella creazione di un'azienda, ma, vessato dagli estorsori e abbandonato da uno Stato latitante, decide di non mettere in pericolo la vita e quella dei suoi figli cedendo alle richieste del racket? Probabilmente alla Ferrari e alla FIAT non sono mai arrivate richieste estorsive; sicuramente vanno incoraggiati e appoggiati coloro che hanno il coraggio di ribellarsi al racket, che magari fanno pure arrestare i loro aguzzini...sono eroi questi. Ritenere però che vada emarginato colui che, per paura o per tutelare sè e i suoi familiari, ceda al ricatto, non sembra una soluzione che vada perseguita...non mi sembra giusto. Tantopiù in un Paese totalmente incapace di assicurare standard minimi di sicurezza per i cittadini. Si applichi casomai Confindustria per fare in modo che lo Stato tuteli le persone, si impegni nei confronti di chi lavora e rischia la vita tutti i giorni, chieda che le istituzioni si riapproprino di quella sovranità che in troppe parti del Paese hanno irrimedibilmente perduto. E se moralizzazione degli industriali deve essere, pensi piuttosto ad espellere gli industriali che campano con la corruzione, o coloro che lucrano con l'insicurezza sul lavoro e mandano al macello migliaia di vite umane, oppure i furbetti che evadono le tasse, o ancora quelli che se ne infischiano dell'ambiente e della salute dei consumatori. Che ne pensate?

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