domenica 9 dicembre 2007

Rapporto CENSIS: uno sfacelo!

Lo stato della società italiana è sotto gli occhi di tutti, ma a leggere l'ultimo rapporto del CENSIS c'è davvero da rimanere basiti. Anche i termini utilizzati lasciano poco spazio alle interpretazioni "poltiglia di massa", "mucillagine sociale", "degenarazione antropologica". E così si descrive una società indifferente a fini ed obiettivi del futuro, un popolo che inclina al peggio, "più rassegnato che inarognito", un Paese disilluso, litigioso, aggressivo, senza punti di riferimento, che non costruisce un tessuto sociale ma propende per forme aggregative deboli e frammentarie. Una società che non crede nella politica, non ha figure o ideali guida, non ha fiducia e coesione, tessuto di un Paese in cui studenti e imprese sono in fuga, e, laddove c'è una minoranza vitale, questa non riesce a coinvolgere il sistema. I modelli non esistono, anzi, alle élite cui ispirarsi si sono sostituiti i finti miti: la vere élite non è più costituita dai migliori, ma da coloro che hanno più successo in modo veloce e redditizio, le veline, i calciatori. E poi i debiti che strozzano le famiglie, l'aumento del debito al consumo (ma pure l'impossibilità di rinunciare alle nuove tecnologie, celulari e TV al plasma in primis), il triste primato di ultimi in Europa per l'occupaazione femminile. E ce ne sarebbe ancora ma mi fermo qui: avanti significherebbe girare il coltello nella piaga. Siamo davvero tutto questo? E soprattutto, davvero non si può fare qualcosa per invertire il trend? Negli scorsi anni i rapporti del Censis, pur evidenziando situazioni complesse e mai felicissime, ci davano anche un po' di speranza, ci parlavano di "novità", di "scintille", di qualcosa che, sebbene in fieri, lasciava ben sperare. Stavolta no, è un autentico "bollettino di guerra". Non ditemi però che non si può fare nulla. Ci dovrà pure essere un modo per ricostruire, sulle macerie, un Paese in cui uno sia felice di vivere e non sia sopraffatto dal desiderio di espatriare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io ho degli amici che hanno espatriato e non nascondo di pensarci spesso. Nell'Italia di oggi è difficile fare tutto...qualunque cosa, dalla fila in posta all'andare in un ufficio...non parliamo poi di cose complicate tipo aprire un'attività. Mi sa che ci conviene prepararci a rapporti censis sempre più neri....