venerdì 23 gennaio 2009

Il federalismo fiscale


Un'anomalia tutta italiana è quella di tirare la Costituzione per la giacchetta, a seconda delle convenienze del momento. Ed ecco che la Carta fondamentale, talvolta più sacra della Bibbia, altre volte con dignità pari a "carta straccia", presenta delle norme che non sono mai state attuate (si vedano, per esempio, il mai attuato art. 39 sulla libertà sindacale, o l'art. 40, che ha trovato attuazione a circa 50 anni dall'entrata in vigora della Costituzione). L'art. 119 sull'autonomia finanziaria degli Enti locali è una di queste, inattuata prima della riforma del 2001 e rimasta mera petizione di principio anche dopo questa data, nonostante si riconoscesse agli Enti locali "autonomia finanziaria di entrata e di spesa".
Condivisibile o meno il merito, dunque, l'art. 119 Cost. necessita di attuazione; ciò sta avvenendo in questi giorni con l'approvazione del disegno di legge delega attuativo dell'autonomia finanziaria di regioni, provincie e comuni. iIl c.d. Federalismo fiscale.
Riportiamo nel dettaglio le novità:

PRESSIONE FISCALE: Con il passaggio al federlismo fiscale non ci sarà alcun aggravio carico fiscale per i cittadini: alla maggiore autonomia impositiva di Regioni ed enti locali corrisponderà infatti una riduzione dell’imposizione statale. Secondo le stime, al contrario, la pressione fiscale complessiva si ridurra. Al trasferimento di funzioni dallo Stato alle autonomie corrisponderà il trasferimento di personale, in modo da evitare duplicazioni di funzioni o costi aggiuntivi. È previsto che attraverso i decreti attuativi, «sia garantita la determinazione periodica del limite massimo della pressione fiscale, nonchè del suo riparto tra i vari livelli di governo».
AUTONOMIA IMPOSTIVA: È previsto il graduale passaggio dalla spesa storica al criterio dei costi standard. La riforma prevede quindi un’effettiva autonomia di entrata e di spesa di Regioni ed enti locali. Le regioni e gli enti locali potranno cioè determinare autonomamente i contenuti dei tributi, nella cornice e nei limiti fissati dalle leggi. I tributi dovranno garantire flessibilità, manovrabilità e territorialità. Le autonomie locali, per l’erogazione dei servizi, fanno ricorso al fondo perequativo, alla compartecipazione a tributi erariali e a tributi propri. Nel caso dei comuni è previsto un mix di compartecipazione a Iva e Irpef.
CONTRASTO EVASIONE FISCALE: È previsto il coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali nell’attività di contrasto dell’evasione fiscale e l’individuazione di adeguati meccanismi diretti a coinvolgere regioni ed enti locali nell’attività di recupero dell’evasione fiscale.
ROMA CAPITALE: Sono previste norme specifiche per la capitale. Il consiglio comunale di Roma sarà chiamato «assemblea capitolina» e il suo status sarà regolato da una apposita legge dello Stato. Vengono indicate le funzioni amministrative della capitale. A Roma Capitale viene inoltre attribuito un patrimonio commisurato alle funzioni, anche attraverso il «trasferimento, a titolo gratuito, dei beni appartenenti al patrimonio dello Stato non più funzionali alle esigenze dell’Amministrazione centrale». CITTÀ METROPOLITANE: Sarà possibile istituire 8 città metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari e Napoli con la relativa possibilità di cancellare le corrispondenti province. La popolazione sarà coinvolta con un referendum consultivo.
PATTO CONVERGENZA: Viene precvista la possibilità di introdurre un ’patto di convergenza con l’obiettivo di individuare percorso dinamico di convergenza ai costi e fabbisogni standard. Una sorta di ’patto di convergenzà è prevista anche per il settore delle infrastrutture con norme di salvaguardia specifiche per le isole.
PREMI E SANZIONI: Sarà possibile premiare gli enti virtuosi e sanzionare quelli inadempienti rispetto agli impegni. Le sanzioni possono andare fino al commissariamento per comuni, province e regioni inadempienti, mentre gli Enti che presentano un alto livello dei servizi con una pressione fiscale inferiore alla media saranno premiati anche con deroghe al patto di stabilità interno per spese in conto capitale. BICAMERALE: Sarà una commissione bicamerale di 30 membri, 15 deputati e 15 senatori nominati dai presidenti delle Camere a dare il parere sui decreti attuativi del ddl. La composizione della commissione deve rispecchiare la proporzione dei gruppi parlamentari. Il governo,potrà anche non conformarsi ai pareri della commissione. In tal caso deve rimettere i testi alle Camere.
Un segnale di speranza: anche le opposizioni (eccetto l'UDC), all'esito del dibattito parlamentare, non hanno votato contro, dimostrazione che, quando si vuole, si riesce a fare riforme condivise.
Che ne pensate?

Laura Ghirardini

1 commento:

Anonimo ha detto...

Più che dire cosa ne pensiamo, sarebbe il caso di fare alcune domande, con la speranza di avere risposte giuste e non politiche.
1)-- PRESSIONE FISCALE: ad una maggiore autonomia impositiva, corrisponderà una maggiore riduzione delle imposizioni statali. Al trasferimento dallo Stato alle autonomie corrisponderà il trasferimente del personale, quindi meno costi aggiuntivi.
Premesso che bisognerà vedere quanto vorranno le Regioni e gli enti per pagare il personale che passa a loro, che cosa succederà se gli Enti non hanno le strutture per alloggiarli, li facciamo alloggiare nelle sedi delle loro rappresentanze all'estero? Manderemo gli impiegati in soprannumero della Regione Lombardia a lavorare nella sede della Rappresentanza della Regione in Cina? Spero li pagheremo in funzione del costo della vita cinese, altrimenti non è che faremmo un grande affare.
2) -- AUTONOMIA IMPOSITIVA: La riforma prevede un'effettiva autonomia d'entrata e di spesa di Regioni ed enti locali. Secondo la mia esperienza (Gescal, tributi provinciali riportati sulla cartella delle tasse per rifiuti solidi urbani che non si capisce che cosa sia e quanto sia, ecc. insegnano), stiamo rinnovando il famoso gioco de "la carta vince - la carta perde", ma sopattutto, ciò che paghiamo adesso allo Stato per Regioni ed enti locali continueremo a pagarlo oppure saremo esentati dal pagare?
Altre domande sarebbero da fare, pur sapendo che una risposta da chi sta conducendo il gioco non arriverà se non in termini di scellerata sorpresa a cui nulla si potrà più, ma conviene accontentarci di queste.