giovedì 10 settembre 2009

Chiacchiere sui partiti inesistenti...


















Nei manuali di Diritto Pubblico e Costituzionale che hanno accompagnato i miei studi ampia rilevanza veniva riservata ai partiti politici. Né poteva essere altrimenti, considerato che la Costituzione dedica un rilievo tale a queste formazioni da porle in una posizione speciale rispetto a tutte le altre associazioni, cooptandole nel sistema fondamentale della nostra Repubblica. Nel tempo i partiti hanno assunto, però, connotati di gran lunga diversi da quelli che per loro avrebbero voluto i Costituenti, tanto da divenire centri di potere sempre più scollegati dalla società civile, lontani dalla gente e, quello che è più grave, sinonimo di negatività nel sistema politico. Oggi la situazione è ulteriormente mutata (peggiorata direi), tanto che non è arduo sostenere che i partiti politici, intesi quali formazioni sociali che vivono nella realtà politica e la elaborano, non esistono più. Proprio il principale degli elementi fondamentali del concetto di partito, ossia lo scopo (inteso quale ideologia o fattore ideale unificante le persone che nel partito si riconoscono ed operano), non si riscontra quasi più nelle moderne formazioni politiche. Tra gli associati non esiste più la condivisione della medesima visione politica, originata dalle esigenze riscontrate nella realtà da tradurre in consenso. Sintomo ne è non solo l’estrema disinvoltura con cui gli esponenti si "trasferiscono" da un partito ad un altro, ma anche la propensione dei partiti a far entrare chiunque, basta che porti in dote voti, consenso e potere. Anni fa i partiti si formavano nella fabbriche, nelle chiese, nelle piazze, negli scantinati, nelle università...oggi si formano dal notaio: due o tre persone (di idee, intenti, storie e provenienze differenti) decidono di creare un partito dall’oggi al domani, scrivono un programma (il più delle volte non dice nulla e nel quale ovviamente non credono), mettono una firma su un atto, trovano un po' di soldi e si presentano agli elettori spacciandosi per il "nuovo" che avanza. Tutto senza veri congressi, reali strutture, progetti condivisi. Tutto senza democrazia. Nelle realtà piccole, quali Terracina, i camaleontici procedimenti di trasformismo sono ancora più agevoli (e maldestri), tanto che, tra partiti, movimenti e gruppi, si fa enorme fatica a seguire gli spostamenti dei vari consiglieri comunali. La nascita recente del gruppo del Popolo della Libertà in seno al Consiglio comunale ne è la dimostrazione più evidente. Vi troviamo ex AN, ex FI, ex PRI, ex UDC (alcuni anche ex giovanardiani), ex FI che erano divenuti PRI poi diventati ex anche lì, ex MISTI...un po’ di tutto insomma! L’adesione al gruppo consiliare è avvenuto "per chiamata", ossia alcuni consiglieri sono stati chiamati per firmare la richiesta di costituzione del gruppo, altri no. E’ innegabile che partiti politici così strutturati, in cui si sta insieme non sapendo nemmeno il perché (o solo per mero interesse personale), non hanno alcun valore e non potranno mai costituire linfa sana per le Istituzioni. E’ necessario che la società civile si riappropri del suo ruolo, creandosi spazio nella politica e selezionando le leve da indirizzare verso le cariche pubbliche. In sostanza, serve gente che viva tra la gente e lavori per la gente!
Emilio Marigliani

5 commenti:

Anonimo ha detto...

I partiti sono stati i responsabili dell'attuale situazione. Oltre ad essere una macchina mangi soldi. E' ora che il popolo di riappropri del potere di autodeterminarsi.

Anonimo ha detto...

ma che c...o dite su questo blog, ma fatevi avanti piuttosto invece di inveire e sparlare a sproposito

Anonimo ha detto...

I partiti, per definizione, erano strumenti organizzati per tutelare interessi di parte e avevano funzione quando esistevano le classi, vale a dire le parti.Ora che nella società gli interessi non sono più individuabili come propri di una classe(proletariato, padroni ecc., per esemplificare)ma attraversano tutte le organizzazioni, a partire da quella primaria della famiglia, in cui trovi l'operaio insieme al professionista o all'imprenditore, è giocoforza che,specie nelle realtà locali,l'associazionismo e i movimenti siano strada obbligata per chi vuol far politica prescindendo da interessi spiccioli

Anonimo ha detto...

Anonimo caro dovresti essere tu a farti avanti per primo!!predichi bene e razzoli male!!!!Se vuoi posso farmi avanti quando vuoi!Non ho problemi a manifestare le mie idee e soprattutto odio i vigliacchi e gli ignavi come te che esorti gli altri a comparire e non ti firmi!!Vergogna. Geronimo

Circolo Eleuterìa ha detto...

Scriviamo per il secondo anonimo. Se avessi il coraggio di dirci chi sei potremmo anche farci avanti come dici tu, prima, magari, per insegnarti l'educazione, e poi per discuetre dei peroblemi. Quà nessuno inveisce, né tantomeno sparla. O meglio se per te sparlare è esercitare il diritto di critica (quello che a te non è concesso se militi in un partito) allora si, sparliamo e lo faremo sempre. Piaccia o meno ai padroni che sicuramente avrai. Comunque siamo disponibilissimi ad un confronto, così vedremo se riuscirai a dimostrarci che i partiti politici non siano diventati il ricettacolo della peggiore monnezza che sta in Italia.
Emilio Marigliani