
Terracina Ambiente S.p.a. ha "scroccato" (passateci il termine gergale) un bel decreto ingiuntivo al Comune di Terracina, chiedendo il pagamento di svariati miliarducci (oggi milionucci). Il Comune lo ha opposto, affermando che l'incremento del canone è nullo, che la società mista non ha mai inziato la differenziata e che le penalità per i disservizi della medesima società vanno scorporati dal dovuto. Visto che ci si trovava, il Comune ha anche chiesto un risarcimento per inadempmento e (udite udite) danno all'immagine (come se ne avesse ancora una da tutelare).
Ora. Non riteniamo che sia questa la sede per entrare nel merito delle difese, alcune giuridicamente discutibili, altre che potrebbero avere un qualche fondamento. E il fondamento è dovuto al fatto che le cose a Terracina si fanno alla casareccia, quindi capita anche che la predisposizione degli atti amministrativi sia appannaggio di autentici "scarpari" (senza offesa per coloro che svolgono ancora questo prezioso mestiere) e vengano effettuati aumenti di canone senza metterli per iscritto, come peraltro "piacerebbe" alla severa legge. Quello che però ci fa non poco "irritare" (eufemismo) è che, nel nostro caso, la società creditrice è di proprietà prevalente (51%) dell'ingiunto; l'ingiunto ha deciso chi siano i consiglieri della società creditrice e, ovviamente, ne determina l'attività; e l'ingiunto opponente fa valere vizi contrattuali che ha concorso lui stesso a determinare, dal momento che gli atti che asserisce essere nulli li ha posti in essere proprio il Comune. Ma allora, con questo gran casino, di che cosa parliamo? Si può continuare a far amministrare una città a questa armata Brancaleone? E sai badi: i soldi per queste guerre idiote ce li mettiamo noi e senza avere servizi degni di un paese civile. Ancora una volta ci sarà un conflitto fittizio tra ingiunto e creditore (che in parte sono la stessa persona) ma siamo certi che il classico cetriolo sarà sempre appannaggio del povero ortolano: il popolo!
Emilio Marigliani