martedì 28 ottobre 2008

Ancora liste bloccate

Un amico frequentatore di questo blog ci sollecita una discussione intorno alla proposta normativa (licenziata in commissione) sulla riforma della legge per l'elezione dei parlamentari europei. La propsota prevede, tra l'altro, una soglia di sbarramento al 5 % ed il principio delle liste bloccate. In sostanza, poichè la legge non consentirà di esprimere preferenze, anche alle europee si potrà votare la lista ma non il singolo candidato.
Personalmente (ma cerdo di interpretare anche il pensiero di molti nostri associati, con i quali ho discusso in proposito) ritengo che il blocco delle liste sia una pratica antidemocratica, dal momento che non solo lascia la designazione dei candidati nelle mani delle segreterie dei partiti, ma, oltre a scippare l'elettore della facoltà di votare per la persona cui si vuole concedere il mandato parlamentare, priva i candidati estranei ai lobbistici ingranaggi partitocratici del diritto di essere eletti (anzi, diciamo pure che nemmeno entrare in competizione). Ed allora, come potrà mai esserci aria nuova nella politica italiana se si creano sistemi del genere? Se si pianificano assemblee popolari di "nominati" (con tutto il mercimonio che ne consegue) anzichè consentire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti dubitiamo che il nostro Paese possa mai uscire dal pantano politico - sociale in cui è piombato.
Considerate pure che queste sono le conseguenze naturali di sistemi elettoriali bipolari, in cui, di solito, le scelte vengono prese da due persone (e dai loro consiglieri). Abbiamo voluto un sistema che non tenesse conto delle minoranze (chi vi scrive è sempre stato proporzionalista convinto, fin da quando nel 1993 è nato l'invasamento generale per il maggioritario uninominale) e che se ne fregasse dei principi di proporzionalità elettiva? Ebbene, questo è il risultato! Il sistema attuale è sì proporzionale, ma improntato al più feroce bipolarismo di tipo maggioritario uninominale (addirittura con il premio di maggioranza), in cui sono due le teste che decidono e 900 quelle che ossequiano. Un po' quello che è successo per l'elezione diretta del Sindaco (altra vittoria dell'isolano Mariotto), legge anche questa che non ha mai ricevuto il mio entusiasmo. Oggi il Sindaco ha un potere assoluto, potendo infischiarsi degli equilibri politici, degli assessori (licenziabili in qualunque momento) e del Consiglio comunale. Può in molti casi scegliere i dirigenti (vero potentato dei giorni nostri) quasi fosse un feudatario; e costoro non solo rispondono esclusivamente a lui, ma possono agire senza alcun controllo (dell'abolizione del CORECO attuata con L. cost. 3/2001 vogliamo parlarne?). E' democrazia questa? Non credo! Quindi é evidente che se parliamo di criticità del sistema "democrazia" (inteso etimologicamente come potere del popolo) in Italia iniziamo ora e finiamo tra una decina di anni. Ma le liste bloccate, per tornare all'origine della discussione, ritengo siano un esproprio delle facoltà politiche di un popolo.

Emilio Marigliani

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto giusto quello che dite, ma non dimenticate che in moltissimi casi la prefernza ha creato voto di scambio. E in alcune regioni italiane con forti infiltrazioni mafiose i voti erano gestiti dalla criminalità organizzata...sicuri che sia proprio così sballata la proposta?????

Anonimo ha detto...

Personalmente anche io vorrei far valere il mio diritto di scegliere colui o coloro che devono amministrare "rem non solum pubblicam, sed in primis etiam meam" (la cosa non solo pubblica, ma soprattutto anche mia) e per questa ragione sarei contrario a liste bloccate, sbarramenti e chi più ne ha più ce ne metta. Ma, la scelta del personaggio da eleggere chi la fa? In che modo fa questa scelta? Quale possibilità ha l'elettore di scegliere veramente il soggetto che per lui sarebbe più congeniale se a decidere chi deve candidarsi sono pochi altri soggetti che nemmeno conosce?
E, lo sbarramento, perché impedire la rappresentanza di una minoranza, qualunque essa sia?
Ebbene, sono pienamente d'accordo con quanto dice Emilio, ma devo pur dire che i miei anni, che seppur io sia giovane, non sono proprio pochi, li ho vissuti in regime democratico ed ho visto i danni che ciò per cui sono favorevole hanno arrecato alla Nazione. Una sparuta minoranza non permetteva di governare, a tutti i livelli, sia esso a livello centrale che comunale; i governi nazionali avevano la durata quando erano longevi, di appena sei mesi; il Sindaco idem, avuto il consenso e ratificato in Consiglio Comunale la sera, la mattina successiva non era sicuro se poteva cominciare ad operare da Sindaco.
Non voglio parlare poi di voto di scambio, perché nonostante la mancanza delle preferenze, il voto di scambio esiste tuttora.
Con il sistema attuale almeno, si può vedere realmente chi gestisce male e chi gestisce peggio e quindi trarre la conseguenza (di far rimanere tutto come prima).

Anonimo ha detto...

Vi ringrazio molto per aver aperto questa discussione, non pretendevo tanto..grazie mille.
Condivido in toto i concetti espressi nell'articolo, onestamente non mi va più di essere considerato come uno sprovveduto, come a dire al massimo puoi scegliere quale partito o coalizione preferite..poi a riempiere la casella ci pensiamo noi...voi non siete molto affidabili in questo...
Date uno sguardo al Parlamento attuale e poi ditemi se ha senso parlare di voto di scambio...I voti continueranno in alcuni regioni ad essere gestiti dalla criminalità organizzata con o senza le preferenze.
Comunque non si scrive "rem non solum pubblicam sed in primis etiam meam" ma "rem non modo publica...sed etiam in primis meam"...
Grazie ancora...Buona giornata

Anonimo ha detto...

A causa del poco tempo a disposizione sottoscrivo con piacere quanto detto da Pasquino!Geronimo

Anonimo ha detto...

Ringrazio anonimo per la precisazione della frase: essa era quanto rimaneva di un Latino di circa quarant'anni fa e che credevo che invecchiando fosse migliorato, proprio come il vino; evidentemente si è guastato.

Anonimo ha detto...

Il no del Cainano alla preferenza per le europee ha motivazioni alte e nobili: “Voglio che in Europa vada gente altamente qualificata e, nelle commissioni, professionisti di ogni materia. Solo scegliendo noi chi va in lista, siamo sicuri di una rappresentanza che difenda i nostri interessi”. A parte qualche imprecisione nell’uso dei pronomi (“scegliendo noi” al posto di “io”) e degli aggettivi (“nostri interessi” in luogo di “miei”), resta da capire il ruolo che Al Tappone riserva, nella nostra (anzi sua) democrazia, all’elettore. Se vuole avere a Bruxelles “gente qualificata”, basta candidare gente qualificata, poi i cittadini scelgono i migliori. Invece l’ami du peuple, quello che “il popolo sovrano”, “la gente è con noi”, “abbiamo preso i voti”, “siamo al 70%”, considera gli elettori un branco di decerebrati da tener lontani dalle decisioni, sennò votano gente sbagliata. Solo lui sceglie i “professionisti”. Infatti vuole la Carfagna, nota professionista, portavoce del governo. Ma è all’Europa che riserva i pezzi più pregiati della collezione. Commissario ai Trasporti: Antonio Tajani, un ex giornalista che di trasporti s’intende perché guida l’auto e prende l’aereo. Ex commissario alla Libertà e Giustizia: Rocco Buttiglione, purtroppo rimpatriato non appena aprì bocca. Anche le eurodeputate più qualificate le ha scelte lui: Iva Zanicchi ed Elisabetta Gardini. Dovreste vederle, nell’apposita commissione “Ok il prezzo è giusto”. Due così gli elettori non le avrebbero mai scelte. Meno male che c’è lui.
Fonte: L'Unità